Inauguriamo in questa occasione una rubrica dedicata ai personaggi della nostra area.
Ritratti di militanti, più o meno conosciuti, che hanno lasciato il segno nella galassia della destra radicale.
Ci piace iniziare da Paolo Signorelli.
Nato a Roma nel 1934, conserva le sue radici nella provincia viterbese, a Marta, dove amava rifugiarsi appena poteva e da dove proveniva la sua famiglia.
Paolo Signorelli è arrivato appena fuori tempo massimo per combattere la guerra dalla parte "sbagliata".
Nel 1943 ha nove anni, sufficienti per iniziare un'intifada italiana, come la descriveva lui, mandando sassi assieme ad bambini verso i soldati americani occupanti.
Matura un senso di antiamericanismo e anticapitalismo innato.
Vive le varie stagioni dentro e fuori il Msi, con tutte le esperienze extraparlamentari: Ordine Nuovo, Costruiamo l'azione, Fronte Sociale Nazionale, laboratorio Politico Forza Uomo.
Nel 1980 ha quarantasei anni, è docente al liceo classico De Sanctis di Roma, ha famiglia e un figlio.
Viene prelevato di notte dalla sua casa di campagna dalla polizia.
Uscirà dopo dieci anni di detenzione, non senza essere accusato di essere uno dei mandanti ed ideatori di alcuni dei peggiori crimini della nostra storia. Assolto.
Mobilitazioni da tutte le parti, indimenticabile quella dei radicali e segnalazioni da parte di Amnesty International.
Riceve anche voti nello scrutinio per l'elezione a Presidente della Repubblica.
La sua vicenda giudiziaria termina definitivamente nel 1990, senza fargli perdere un briciolo della sua radicalità e della sua opposizione al sistema.
Dirige il periodico Giustizia Giusta che ne incarna la storia politica ed umana.
Scrive il libro "Di professione imputato" e Giuliano Compagno gli dedica un volume che titola semplicemente "Paolo Signorelli".
Scompare nel 2010.
FORZA NUOVA CREMONA.