sabato 19 luglio 2014

Da "La Provincia" quotidiano di Cremona del 19 Luglio 2014

QUANDO IL RISO E' AMARO!

L'agricoltura italiana, al pari degli altri settori economici, vive un momento di grande difficoltà! Oggi vogliamo occuparci, in particolare, del comparto risicolo. l'Italia, con i suoi 216.000 ettari, è il più importante produttore europeo. Nonostante questo primato, tra pochi anni, questa tipica produzione italiana potrebbe scomparire. Dal 2009 ad oggi ha chiuso i battenti quasi un' azienda risicola su cinque! Per quale motivo? La risposta è molto semplice: grazie alle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dal Myanmar! In queste nazioni hanno trovato il loro nido ideale le solite spietate e voraci multinazionali, che prima hanno strappato enormi estensioni di terreno agli agricoltori autoctoni, per poi costringerli a produrre riso a basso costo in condizioni di semischiavitù. In Cambogia e Myanmar concetti come sicurezza alimentare e sicurezza sul lavoro non vengono nemmeno lontanamente presi in considerazione, basti pensare al fatto che nelle predette nazioni vengono ancora utilizzati fitofarmaci altamente cancerogeni e proibiti da decenni nell'ambito dell'unione europea. Ebbene, quel riso arriva indisturbato sulle tavole degli europei, anche grazie ad una normativa colpevolmente lacunosa che non obbliga nemmeno a riportare in etichetta l'origine della materia prima. Ma l'aspetto che suscita maggiore indignazione, anzi rabbia, è il fatto che il riso extraeuropeo non è soggetto ad alcun dazio doganale. Il risultato è facilmente prevedibile, le aziende italiane subiscono indifese la concorrenza, non solo sleale ma criminale, di un prodotto alimentare realmente pericoloso per la salute umana, con gli ovvi risvolti negativi anche per l'aspetto occupazionale. Ci domandiamo, la politica europea, così solerte nell'appesantire di controlli e normative vessatorie le proprie aziende agricole, cosa intende fare? Da cinque anni fa spallucce! Come pure il Ministero delle Politiche Agricole, ormai ridotto alla stregua di un parcheggio per politici troppo spesso accomunati dall'incompetenza e dalla cialtroneria.
Noi vogliamo la reintroduzione dei dazi doganali, che non rappresentano provvedimenti legati ad una visione arcaica e ottusamente protezionistica dell'economia, ma un'azione di difesa assolutamente legittima e necessaria!


FORZA NUOVA CREMONA