martedì 4 ottobre 2011

NELLA SITUAZIONE BULGARA, IL FUTURO DELL'ITALIA?

Sull'edizione di ieri, domenica 02 Ottobre 2011, de "La Provincia" abbiamo letto due articoli che hanno per oggetto l'immigrazione e il rapporto con le cosiddette "minoranze", che seppur diversi, sono per noi legati dallo stesso filo conduttore e a questo proposito vorremmo cogliere l'occasione per esprimere il nostro parere.

Il primo articolo parla dei 150 immigrati clandestini arrivati dalla Libia a Cremona, nella Casa dell'Accoglienza, di cui solamente tre hanno ottenuto lo status di rifugiati. Questa notizia è emblematica per due diversi aspetti, da un lato simboleggia su scala provinciale il fallimento del governo nazionale, nella politica di contenimento dell'immigrazione e soprattutto della lega che, ne aveva fatto il suo principale slogan elettorale (peccato sia rimasto solo uno slogan…). Appare piuttosto patetico il trafiletto posto al centro dell'articolo con le parole di Bossi e il suo "…noi l'avevamo detto…" (come se al governo ci fosse la sinistra) che suona come una resa dichiarata, nei confronti di questa vera e propria invasione e ne aggrava, se possibile ancora di più, le responsabilità politiche.

Come sempre gli esponenti del governo hanno prontamente la scusa per il loro insuccesso, trincerandosi dietro al fatto che, la situazione libica e del nord africa è stata un'emergenza non prevista. Comunque sia, appaiono insufficienti (usiamo un eufemismo) i rimedi attuati, per far fronte a questa crisi, rilasciando ai clandestini nella maggior parte dei casi, permessi di soggiorno temporanei di sei mesi, facendo di conseguenza perdere di significato ai nostri confini e a quelli dell'Europa. I nostri politici hanno dimostrato di non avere la minima personalità per attuare una legittima chiusura delle frontiere, personalità, che il governo di un piccolo staterello come Malta, ha dimostrato di avere.

L'altro aspetto significativo dell'articolo pubblicato dal quotidiano cremonese riguarda la natura dell'ondata immigratoria dal nord Africa. Come sempre i media, gli esponenti della sinistra ma in modo generale tutti gli esponenti della cultura italiana, tendono a dipingere queste persone come disperati che fuggono da zone di guerra. In realtà la notizia è che, solo una piccolissima percentuale di questa gente ha inoltrato formale domanda di asilo politico. La stragrande maggioranza dei clandestini, sono attirati in Italia da modelli sbagliati di vita, quel modello da "Studio Aperto" fatto di gossip, feste, veline, consumismo ecc.ecc (di cui Berlusconi ne è l'indiscusso portabandiera) e hanno approfittato del trambusto politico del Maghred per salpare, trovando nei porti Italiani un approdo "sicuro". Per descrivere questa nostra considerazione, le immagini sono più chiare di qualsiasi parola, come non ricordare gli approdi a Lampedusa e le barche colme di giovani ragazzi, in misura del tutto inferiore ricordiamo, donne, bambini o famiglie. Ragazzi che in seguito alle rivoluzioni che hanno destituito i regimi dei loro paesi di origine e nel momento in cui la loro patria aveva più bisogno di loro, hanno deciso di scappare (come topi), non tanto per motivazioni economiche, ma piuttosto… "culturali".

L'altro articolo che ha colpito la nostra attenzione è quello dedicato alle manifestazioni anti-rom in Bulgaria. Nella nazione più povera dell'intera comunità, queste proteste hanno raggiunto le dimensioni della rivoluzione, il popolo Bulgaro già aggravato dalla crisi economica, non sopporta più un sistema culturale multietnico, imposto con la forza negli anni dall'ideologia comunista e si ribella legittimamente a questa situazione.

Nella situazione bulgara possiamo intravedere gli scontri sociali inevitabili, che sicuramente scoppieranno anche in Italia in un prossimo futuro, se non verrà posto un freno all'ondata immigratoria e alla deriva multietnica.

 

FORZA NUOVA CREMONA