La situazione economica Italiana è sotto gli occhi di tutti, il futuro che ci si prospetta non è rosa, la borsa che non decolla, aziende che chiudono e una sempre più difficile situazione sociale.
Abbiamo già trattato questi temi generali e solitamente cerchiamo di non entrare mai nello specifico di una persona, ma questa sera vorremmo abbandonare il proverbiale "plurale" per passare al "singolare". Pubblichiamo quindi, una lettera che ci è stata inviata a testimonianza dell'imbarbarimento del mondo del lavoro, la scelta di non rivelare l'identità, non è stata un imposizione dell'autore, ma una nostra preferenza, leggendola vi potrete accorgere che la persona che sta parlando potreste essere anche voi, od un vostro amico, conoscente, fratello…
Mi chiamo "…" sono un ragazzo di trentatre anni con i suoi pregi e difetti e sono ancora, per fortuna, un lavoratore.
L'azienda nella quale lavoro per far fronte a questa "inaspettata" crisi, circa due mesi fa ha annunciato per l'ennesima volta, la ricetta del capitalismo nostrano, tagli al personale.
L'unica informazione certa è che in ogni reparto/ufficio un uomo o una donna, ma forse è meglio dire un lavoratore, una lavoratrice, riceverà una fredda ed anonima raccomandata, che porrà fine alla sua esperienza lavorativa. Quando si apprendono queste notizie a dire il vero a nessuno importa chi o quali sono stati i motivi che hanno generato questa situazione, ne riponi troppe aspettative nelle persone che si candideranno alle patetiche elezioni della consulta sindacale, l'unica egoistica speranza che si instaura e quella di non essere i "nominati" di una sorta di cinico e spietato grande fratello aziendale.
Il clima al lavoro si fa teso, si crea una situazione che vede persone contro ad altre persone, una guerra tra poveri, estremizzando si potrebbe dire tra schiavi, un tutti contro tutti che lede la dignità di un essere umano, neanche se fossimo delle cavie da laboratorio.
Oggi vi posso raccontare la mia storia, ebbene per ora non sono stato io a essere colpito dalla scure aziendale…ma come ci si sente?
Per descrivere questa sensazione, che è sempre meno strana agli Italiani, potrei citare le parole di un reduce dallo sbarco in Normandia: "quando vedi il tuo amico che viene colpito dal fuoco nemico, proprio al tuo fianco, la prima sensazione che provi, non è dolore, ne rabbia…ma è molto più semplicemente una breve quanto fugace sensazione di gioia. Vorresti reprimere questa sensazione, ne sei disgustato, fai di tutto per nasconderlo ma pure l'hai sentita…solo dopo sopraggiungono come una marea tutte le "normali" sensazioni di sconforto…"
E' vero, noi non siamo in guerra, non rischiamo la vita e forse il paragone è un po azzardato, eppure è questo che ho provato per un attimo, per ora a me è andata bene, ma per quanto potrà durare ancora questa situazione, a chi toccherà al prossimo giro?
Di fronte a queste logiche non ci sono contratti che tengano, anni di sacrifici, di sopportazioni, attaccati ad un misero salario che vede calare, giorno dopo giorno, il suo valore.
Quale sarà il futuro dei lavoratori italiani? Quali diritti sperano di ricevere gli immigrati che si stabiliscono nel nostro paese?
Un sistema globalizzato che ha reso in tutto il mondo i capitalisti ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri, aziende (non sempre in perdita) che decidono di chiudere in Italia e negli altri paesi occidentali, per ricercare qualche altra persona da sfruttare in qualche altro posto nel mondo, oggi è
Come può esserci sviluppo se non ci sono certezze? I lavoratori Italiani, che statisticamente sono i tra i più produttivi al mondo (secondi solo ai Giapponesi) sono veramente diventati "obsoleti"? quali condizioni dovremmo accettare in futuro per continuare a lavorare? Falsi referendum-ricatti come quelli proposti da Marchionne? e siamo sicuri che dobbiamo essere ancora noi a doverci sacrificare, come propone
Vi lascio e vi saluto con queste domande che per ora, non trovano risposta...
Leggendo queste righe e soprattutto questi quesiti, ci rendiamo conto, ancora di più, che è venuto il momento di prendere coscienza per fare in modo che la situazione politica del nostro paese cambi, una classe dirigente che per anni ha tradito il suo popolo ed ora non ha nemmeno la dignità di farsi da parte.
FORZA NUOVA CREMONA.